Oggi l’etanolo è considerato la sostanza psicoattiva più frequentemente impiegata e rappresenta un serio motivo di allarme sociale. La sua diffusione, soprattutto tra le giovani generazioni, sta scatenando una serie di problematiche non solo relative all’aumento delle patologie alcol correlate, ma anche in relazione alla capacità dei soggetti consumatori/abusatori di evitare eventi accidentali o violenti dovuti ai disturbi che l’assunzione di alcool provocano.
È esperienza comune verificare che se una persona si abitua a consumare bevande alcoliche, nel tempo i suoi effetti tendono a ridursi a parità di quantità introdotte, cosicché chi beve, può nel tempo aumentare le dosi senza avvertire i sintomi di ubriachezza. Questo meccanismo è noto con il termine di assuefazione o tolleranza e indica un progressivo adattamento dell’organismo agli effetti della sostanza, dovuti ad un aumento della capacità del fegato di metabolizzare l’alcol e ad una maggior resistenza del cervello ai suoi effetti psicoattivi. La tolleranza si sviluppa di solito nel corso di anni, per cui molte persone si trovano ad aver aumentato il loro consumo di bevande alcoliche quasi senza rendersene conto, convinte di bere ancora moderatamente perché non avvertono i sintomi dell’ubriachezza. Inoltre può instaurarsi nel tempo anche un legame di dipendenza fisica e psicologica, con la comparsa di sintomi di astinenza qualora si riduca o s’interrompa bruscamente la sua assunzione.
L’abuso di alcool è una sindrome patologica determinata dal consumo acuto o cronico di eccessive quantità di bevande alcoliche. Si parla di abuso acuto nel caso di assunzione di una dose di alcool tale da alterare l’attività psicosomatica dell’individuo; si parla invece di abuso cronico quando si ha l’assunzione ripetuta di una dose eccessiva di alcool, unita alla manifestazione di tolleranza e sindrome d’astinenza.
L’abuso acuto e/o cronico di alcool è diventato un problema di notevole rilevanza non solo sociale, ma anche giuridica, sia in relazione al codice della strada (art. 186, 187 e 119 c.d.s.) sia in ambito di sicurezza sul lavoro (art. 125 del TU DPR n.309/90, art. 15 della legge n. 125/01).
Si è creata pertanto la necessità di poter diagnosticare sia l’abuso cronico di alcool, sia l’intossicazione alcolica acuta, a tutela della salute della persona e in applicazione ai citati disposti di legge.
Nel caso dell’intossicazione acuta, la diagnosi si basa principalmente sull’identificazione e quantificazione dell’alcool nel sangue o nell’aria alveolare espirata, con tutta una serie di problematiche giuridiche che non sto qui ad esporre.
Nel caso invece della diagnosi di abuso cronico di alcool, il panorama è molto più articolato, sotto tutti i punti di vista.
I marcatori di abuso alcolico attualmente più utilizzati (GGT- gamma-glutamiltrsferasi, transaminasi epatiche, Volume cellullare medio, CDT-trasferrina carboidrato carente, ecc.) non sono del tutto efficaci, in termini di sensibilità e specificità, e presentano una serie di limitazioni per la diagnosi di alcolismo, poiché sono influenzati anche da vari altri fattori tra cui variabilità genetica, patologie epatiche di altra natura, assunzione di farmaci, fattori ormonali, carenza di ferro e vitamine.
Negli ultimi anni, ai tradizionali marcatori di abuso alcolico si è affiancata la determinazione, sia in matrici convenzionali (sangue, urina), sia alternative (capelli), di prodotti minori del metabolismo non ossidativo dell’alcol, quali l’etilglucuronide (EtG), l’etilsolfato (EtS) e gli esteri etilici degli acidi grassi (FAEE). Poiché metaboliti diretti dell’alcol, tali molecole sono virtualmente dotate di specificità assoluta e si sono dimostrate particolarmente promettenti anche in termini di sensibilità.
L’esigenza di disporre di un’analisi sufficientemente sensibile e specifica per la diagnosi di abuso cronico dell’alcol ha portato a studiare sempre più approfonditamente questi metaboliti nel capello. La matrice pilifera, infatti, ha l’enorme vantaggio di poter ampliare la finestra di sorveglianza, permettendo teoricamente di individuare non soltanto un abuso continuo recente, ma anche un abuso in tempi pregressi. Inoltre, la matrice cheratinica presenta molti vantaggi di tipo pratico rispetto ad altri campioni biologici: tra questi vale la pena sottolineare la maggiore facilità di prelievo attuabile
anche da personale non medico, la non invasività del campionamento, la facile conservazione del suddetto materiale e la stabilità degli analiti, molto superiore rispetto agli altri campioni biologici.
Ad oggi quindi la ricerca e il dosaggio dell’etilglucuronide nelle matrici pilifere risulta essere uno dei parametri più efficaci ed attendibili pere formulare una corretta diagnosi di abuso alcolico.
and heart disease. Brushing regularly is one of the best methods for keeping your teeth and gums healthy. However, how do you know which toothbrush is best to use?
Tips for Choosing a Toothbrush
There are specific features to look for in a toothbrush, regardless of whether it is powered or manual. The variety of styles, sizes, and shapes of toothbrushes available can make choosing the right one overwhelming. Here’s what to look for:
Expert recommendations. Look for powered or manual toothbrushes with the American Dental Association Seal of Approval. You can also ask your dentist for a recommendation to ensure your toothbrush has passed quality control tests for safety and cleaning effectiveness.
Bristle options. Manual toothbrushes or replacement heads for your electric toothbrush are available with hard, medium, or soft nylon bristles. Soft bristles are the safest and most comfortable option for most people. You could damage the enamel protecting your teeth, root surface, and gums depending on the strength of the bristles and how vigorously you brush your teeth. Rounded bristle tips offer even more protection.
Toothbrush head size. The best size of toothbrush head is one that permits easy access to the surfaces of all your teeth. A toothbrush head that’s one-inch tall and a half-inch wide is easy to use for most adults and can reach all of your teeth efficiently. The toothbrush should have a long enough handle to hold it comfortably in your hand.
Make sure to replace your toothbrush every three months or when it begins to show wear, whichever comes first. It is also vital to replace your toothbrush after you’ve had a cold because the bristles can accumulate bacteria and result in reinfection.